La morte di mia madre

di Nicola Sparvieri
Lo
scorso 12 Febbraio, alle 15:30, è morta mia madre.
E' morta, si è spenta, è venuta a mancare, deceduta, andata in cielo, tornata
alla casa del Padre. Tanti modi per dire la stessa cosa e cioè che il suo
corpo, unico esito materiale residuo, non ha più "la vita", dalla sua
bocca non c'è più flusso di aria, il suo cuore non batte più e dunque il sangue
non fornisce più la benzina di ossigeno per far funzionare i motori vitali del
suo corpo. Il colore della sua pelle è cambiato, è fredda e rigida, il suo
corpo è diventato un fantoccio. La sua Anima, la sua essenza, si è trasferita altrove
e non sappiamo né dove, né come sia potuto succedere. So che un giorno torneremo
tutti e in corpo incorruttibile nella più totale felicità, ma non esistendo tempi certi
la cosa mi consola solo in parte.
Il dolore che provo è una sorpresa. Pensavo di gestire la cosa più semplicemente
dato che i miei rapporti con lei sono stati sempre un po' conflittuali, e sono
stato un po' critico e ribellato con lei, tranne negli ultimi tempi. Dopo soli pochi
giorni dal decesso ne sento forte la mancanza e questo non l'avevo previsto.
Per molti versi ora mi sento una persona diversa, meno disincantata da tante
idee sulla vita e più centrata nella realtà di dover prima o poi salutare per
sempre questo mondo. In fondo adesso mi sento una persona nuova, più vera e più
preparata a vivere. E' una grande verità che la coscienza della morte migliora
la vita.
Anche questo lo devo a lei, oltre alle altre innumerevoli cose che mi ha dato come
l'aver accettato la gravidanza che mi gestava, avermi curato da neonato e da
infante e avermi sopportato nell'adolescenza e poi supportato anche
economicamente per mandare avanti la mia numerosa famiglia nei tempi più recenti.
Il dolore è grande e voglio accettarlo come si accetta un amico che non vedi da
tanto tempo. Voglio assecondare questo dolore e lasciarmi travolgere da un mare
di lacrime liberatorie. Questo dolore è proporzionato all'intensità del nostro
rapporto e vederlo cosi grande mi rallegra e mi pacifica.